Nel migliore dei casi i D II e D III si rivelarono dei caccia mediocri e
furono assai più utili come addestratori avanzati

UN CACCIA MEDIOCRE

Il D I, che fece registrare il suo volo inaugurale nel febbraio 1916, fu il caccia biplano monoposto costruito dalla Halberstadt; i due prototipi avevano ali ad apertura diseguale con struttura lignea rivestita in tela, cellula alare sfalsata e un apparato propulsivo costituito da un motore con cilindri in linea Mercedes D.I da 74,6 Kw (100 CV) raffreddato da un radiatore frontale (come quello delle automobili). Il D I non sfigurò, ma ben presto si comprese che apportando delle modifiche alla cellula e installando un motore più potente si sarebbe potuto ottenere un caccia ben più valido. Il risultato di questo sforzo fu il D II, che entrò in servizio nel giugno 1916. Quest’ultimo differiva dal suo predecessore principalmente per il suo apparato propulsivo, costituito da un motore Mercedes D.II da 89,5 Kw (120 CV) raffreddato da un radiatore montato nella sezione centrale dell’ala superiore; le altre modifiche riguardarono la cellula alare, non più sfalsata, e il tronco centrale di fusoliera, che venne modificato per innalzare la posizione dell’abitacolo del pilota, raccordato alla sezione caudale della carlinga mediante una carenatura a “carapace”. La Halberstadt costruì un lotto iniziale di 12 caccia D II; gli altri esemplari furono invece assemblati dalla Automobil und Aviatik e dalla Hannoversche Waggonfabrik rispettivamente come Aviatik D I e Hannover D I.

Halberstadt D.II

IL MODELLO MIGLIORATO

Dopo la consegna dei primi 12 caccia, la Halberstadt cominciò a lavorare su un secondo lotto di 24 veicoli, passando così da D II al D III; quest’ultimo era un modello evolutivo ottenuto mediante alcune semplici modifiche, tra cui l’istallazione del motore con cilindri in linea Argus As.II da 89,5 Kw (120 CV) e l’introduzione di alettoni con apertura e corda maggiorate alle estremità esterne. Per il resto, e cioè dimensioni generali, pesi e prestazioni del velivolo, il D III rimase praticamente invariato rispetto al D II. La Halberstadt produsse in tutto appena 50 esemplari di D II e D III, pur avendo prestato inizialmente servizio con i reparti del Kampfeinsitzer Kommado (comando velivoli da combattimento monoposto) come aerei di scorta degli apparecchi biposto, dall’autunno del 1916 in poi andarono ad equipaggiare le prime cinque Jagdstaffeln (squadriglie di caccia) all’epoca costituite; queste ultime avevano in linea un’accozzaglia di caccia di vari modelli tra cui i Fokker D III e D IV ed anche un discreto numero di Albatros D I. Gli Halberstadt D II e D III raggiunsero l’apice della loro carriera bellica nella prima parte del 1917, quando le unità sul fronte occidentale poterono schierare qualcosa come 100 esemplari dei due modelli, inclusi quelli costruiti dalla Aviatik e dalla Hannover. Comunque, a quella data il D II e il D III erano ormai sorpassati e per tale motivo, furono ben presto relegati a compiti secondari operando come caccia per la difesa del territorio metropolitano e velivoli da addestramento avanzato.

Halberstadt D.III aereo da ricognizione

VERSIONI PRINCIPALI

D II (modello iniziale di serie); D III (modello di serie migliorato)

UTENTI PRINCIPALI

Germania e Turchia

PROFILO TECNICO

Primo volo nella primavera 1916, entrato in servizio nel giugno dello stesso anno

Tipo: caccia monoposto Halberstadt D II

Apparato Propulsivo: un motore con cilindri in linea Mercedes D.II della potenza stimata di 89,5 Kw (120 CV)

Prestazione: velocità massima 150 km/h a livello del mare; velocità di crociera non disponibile; tempo di salita a 2000 m 8 minuti e 30 secondi; quota di tangenza pratica non disponibile; autonomia 250 km

Pesi: a vuoto 520 kg; massimo al decollo 730 kg

Dimensioni: apertura alare 8,80 m: lunghezza 7,30 m; altezza 2,66 m; superficie alare 23,60 mq

Armamento: una mitragliatrice anteriore fissa LMG 08/15 da 7,92 mm nella parte superiore destra del muso